Inquinamento micro plastiche
Impegno personale inderogabile

Europa: dal 2021 via al divieto delle plastiche monouso
STOP alle plastiche monouso nella Ue:
Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva una nuova direttiva che entro il 2021 impone agli Stati membri di vietare l’uso di una serie di articoli in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati.
Entro il 2021 dovranno essere vietati nell’Ue le posate di plastica monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), i piatti di plastica monouso, le cannucce di plastica, i bastoncini cotonati fatti di plastica, i bastoncini di plastica per palloncini, le plastiche ossi-degradabili e i contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso.
Secondo la direttiva, inoltre, entro il 2029 gli Stati membri dovranno raccogliere attraverso la differenziata il 90% delle bottiglie di plastica.
La normativa prevede anche che entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030.
Alberghi plastic free, Ministero dell’Ambiente avvia percorso
SI è avviato il percorso affinché gli alberghi italiani diventino plastic free.
Al Ministero dell’Ambiente si è tenuto un incontro interlocutorio ma operativo affinché le strutture alberghiere aderenti a Federalberghi si liberino dalla plastica monouso.
E’ un obiettivo ambizioso per il raggiungimento del quale il ministero dell’Ambiente si avvarrà della collaborazione di un partner solido come il Wwf, da anni in prima linea contro l’inquinamento da plastica, di Federalberghi, a cui aderiscono circa 27 mila hotel italiani su 33 mila, e della Fondazione Recchi che, insieme, hanno già sottoscritto in giugno un protocollo che prevede l’eliminazione della plastica da parte degli alberghi.
Questa è una buona cosa, ma è ora che ognuno di noi si prenda le proprie responsabilità e agisca di conseguenza, senza aspettare un imposizione legislativa o un ammenda per non averla applicata.
Mi riferisco all’inquinamento della plastica delle bottiglie per l’acqua che si usano quotidianamente
La normativa prevede che entro il 2025 le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030.
Questo è già un buon inizio, ma anche se riciclata è sempre plastica e per decomporsi ci impiegherà centinaia di anni.
Nel frattempo la plastica è già entrata nella catena alimentare del genere umano.
COMPRESO TE
Microplastiche presenti nell’88% della superficie degli oceani
(Tratto da https://valori.it/microplastiche-presenti-nell-88-superficie-degli-oceani/)




Uno studio di un gruppo di ricercatori spagnoli rivela la presenza di frammenti di materiale inquinante quasi ovunque nei mari.
Una miriade di micro-frammenti di plastica è presente nell 88% della superficie degli oceani , e comporta conseguenze per la catena alimentare marina , dal momento che tali agenti inquinanti vengono assorbiti dai pesci e da altri animali acquatici.
A lanciare l’allarme è uno studio pubblicato negli Stati Uniti, e firmato da un gruppo di ricercatori spagnoli.
«Le correnti oceaniche trasportano oggetti di plastica che sono stati ridotti in piccolissimi frammenti a causa delle radiazioni solari.
Decomposizione centenaria
Tali micro-plastiche possono restare presenti per centinaia di anni, e sono presenti in 88 campioni su 100 tra quelli raccolti dalla spedizione Malaspina nel 2010».(siamo nel 2019)
Ha dichiarato Andrés Còzar, scienziato del Centro superiore per la ricerca dell’università di Cadiz, principale autore dello studio.
Quest’ultimo ha confermato inoltre l’esistenza di cinque grandi zone di convergenza dei materiali inquinanti, che corrispondono ai cinque principali assi di circolazione delle correnti attorno al globo terrestre.
Ad oggi, hanno concluso i ricercatori, «l’impatto dei rifiuti sull’ecosistema marino è ancora in buona parte sconosciuto».




E’ ora di impegnarsi personalmente riducendo il consumo di bottiglie di plastica
Dobbiamo diventare consapevoli
Che le nostre azioni condizionano la vita degli altri e la loro sopravvivenza
ma sopratutto la nostra
Non possiamo più dire
” NON LO SAPEVO “
Sopratutto dopo la seguente inchiesta fatta da Report di RAI 3
Di Claudia Di Pasquale, da Report del 24 ottobre 2016.
Negli ultimi sessanta anni la plastica ha rivoluzionato la nostra vita e ormai avvolge tutto, anche il cibo che mangiamo ogni giorno. Basta pensare che il 90% degli imballaggi alimentari è in plastica, dalle bottiglie dell’acqua alle alici sott’olio, dagli utensili da cucina ai contenitori, ai piatti. Le plastiche sono colorate, morbide, dure, trasparenti, ma per realizzarle servono plastificanti, antiossidanti, inchiostri, solventi. Una piccola dose di sostanze chimiche migra dal contenitore al cibo…




Come possiamo fare
L’Italia è al quinto posto in Europa per la qualità dell’acqua di rubinetto, dopo Austria, Svezia, Irlanda e Ungheria.
Eppure siamo tra i maggiori consumatori di acqua in bottiglia
IN ITALIA si bevono 196 litri l’anno (a persona) di acqua in bottiglia, nonostante l’acqua che arriva nelle nostre case sia super controllata, economica e sicura, perché soggetta a decine e decine di analisi su tutta le rete di distribuzione.




C’E’ UNA SOLUZIONE ?
La soluzione per ridurre i consumi di acqua in bottiglia




Certo può accadere che l’acqua che sgorga dai rubinetti possa presentare differenze per quanto riguarda sapore, odore o colore.
E Quindi si preferisca l’acqua in bottiglia, con tutti i problemi che questo comporta: sette miliardi di bottiglie (solo in Italia) da smaltire ogni anno, senza contare trasporti e logistica.




Per ovviare al problema, si potrebbe optare per l’installazione di un sistema di filtraggio domestico.
Tra i più semplici, esistono sul mercato i sistemi a micro-filtrazione a carbone attivo, che permettono di ridurre la presenza del cloro e di alcuni sedimenti.
Viene infatti utilizzato del carbone vegetale che si comporta come una pietra estremamente porosa.
Ma se si vuole intervenire sui sali disciolti,(come ormoni derivati di farmaci, Pfas e Pfoa) o sugli elementi indesiderati (come il cromo esavalente, l’arsenico, il cadmio, il piombo e il mercurio) è necessario installare dei sistemi più sofisticati di ultra-filtrazione o nano-filtrazione.




Quindi Un impianto di ultra-filtrazione , è infatti un utile strumento per avere in casa un’acqua batteriologicamente perfetta e salutare.
Questa tecnologia, grazie all’impiego di particolari membrane, riesce a filtrare elementi indesiderati come pesticidi, impedendo inoltre il passaggio di batteri, virus ed endotossine.




Il sistema AcquEtika® BIO-ACQUA, permette di avere un’acqua purificata, più sicura e più salutare.
Ora sta a te…
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